SUFFICIENZA
C’è poco. Poco e a caro prezzo. Questo è quello che abbiamo imparato negli ultimi mesi, in cui abbiamo notato come le risorse scarseggino per via dei cambiamenti climatici e degli equilibri internazionali. Abbiamo visto come basti chiudere un rubinetto da una parte del mondo per avere un blocco dall’altra. C’è poco da commentare di fronte a questioni di questa portata. Quello su cui possiamo ragionare, però, è quello che ognuno di noi può fare nel suo piccolo. Oltre alle azioni del quotidiano, quello a cui dovremo lavorare sarà un generale efficientamento del parco costruito, con tecnologie che ci aiutino a identificarne i punti deboli – come spieghiamo nell’apertura della sezione Energia – e con progettazioni e strumenti che sappiano rispondere a queste problematiche.  Su questo abbiamo impostato il numero per intero, per toccare tutti gli aspetti utili al settore, dalle varie componenti della casa a basso consumo negli approfondimenti diffusi tra le pagine della Cover story, fino al tema dell’approvvigionamento delle materie prime nel focus Impresa etica. Materie prime che vanno gestite in maniera consapevole e rispettosa. Allora, forse, parlare di efficienza energetica potrebbe diventare troppo generico e sarebbe meglio ragionare in ottica di “minimo indispensabile”. Di sufficienza energetica.

UN SOGNO REALE
Vivere in una casa in legno è il sogno di molti, fra i nostri lettori. Numero dopo numero e pagina dopo pagina, siamo certi di aver contribuito anche noi ad alimentare il desiderio per un nuovo habitat che viene riconosciuto come sostenibile e orientato al benessere, oltre che esteticamente bello. Le tecnologie di prefabbricazione che non rinunciano a spazi sempre più tailor-made, ma aiutano a risparmiare su tempi, costi e scarti di produzione interessano pubblici di committenti sempre più attenti alla riduzione degli impatti ambientali e alla promozione di filiere a km zero e locali.
Tuttavia, come in ogni scelta, c’è sempre un “dietro le quinte”. Rapiti dal fascino dell’immaginazione, non dobbiamo dimenticare di fare i conti con la realtà in modo disincantato e dobbiamo sapere che scegliere di costruire e abitare un edificio in legno significa informarsi, affidarsi a progettisti e imprese competenti, specializzate nel settore (non improvvisate) e in grado di fornirci le giuste garanzie. Inoltre, dobbiamo anche tenere bene a mente che per non tradire lo spirito ecologico di un materiale vivo e naturale anche le scelte sui rivestimenti vanno assunte in piena coerenza. Quali le difficoltà, le opportunità e le attenzioni da prestare? Quali i falsi miti da sfatare e gli errori da non commettere? Il dossier che Casa Naturale propone nelle pagine a seguire risponde a queste e altre domande. 
Non avremo risposto a tutto? Fateci sapere i vostri ulteriori quesiti e le curiosità. La nostra redazione risponde sempre e in primis ai lettori!

TUTTA LA VITA DAVANTI
Compiere vent’anni significa guardare indietro. Con un’ampia retrospettiva dedicata a raccontare la nostra storia: le copertine più apprezzate dall’edicola; le voci di tanti esponenti del mondo culturale  e dell’architettura, che numero dopo numero hanno arricchito il dibattito sull’abitare; i prodotti che hanno fatto evolvere il modo  in cui costruiamo o ristrutturiamo le case. 
Compiere vent’anni, nonostante la crisi dei media e della carta stampata, significa però anche scommettere sulla nostra gioventù. Sull’età in cui ogni essere umano ha tutta la vita davanti, ha entusiasmo da vendere ed è pronto a compiere quella scelta di “maturità” (forse dovremmo dire, post esame di maturità) che determinerà la direzione del futuro. Noi stiamo scegliendo. E lo diciamo chiaro: non è facile.  Gli ostacoli sono tanti e il bianco e il nero spesso non esiste.  Ma crediamo in un'edilizia sempre più sostenibile. Capace di osservare i processi a 360 gradi. Che ha a cuore gli aspetti sociali non meno di quelli ambientali. Dove si valorizzano i materiali naturali e le filiere a  km zero e i territori, con le loro peculiarità, tornano a essere protagonisti del racconto. Crediamo nel valore delle persone che formano questa redazione e scommettiamo su un giornalismo formato e informato che non perde giorno se non per migliorare in qualità. Crediamo che il mondo e l'uomo abbiano ancora tante possibilità.  E numero dopo numero cercheremo di raccontarvi il perché.  Nei prossimi anni venti… o forse nei prossimi vent’anni!

CASE GREEN: QUESTIONE DO PROSPETTIVA
L’approvazione definitiva della Direttiva Europea, benché segni uno spartiacque importante nel mondo tecnico della progettazione e del costruire, continua a non essere compresa dalla cultura e dall’opinione pubblica di base. Anche da parte di media seri e colleghi autorevoli e in genere molto equidistanti e informati, abbiamo assistito a una levata di scudi a difesa (anche involontaria) della posizione del Governo che (unico Paese insieme all’Ungheria) ha votato contro il via libera all’EPBD 4 durante la riunione dell’Ecofin lo scorso 12 aprile. Il motivo: chi mette i soldi? In Italia, ci sono ben altre urgenze (a partire da quella della sanità). 
Il dibattito, così posto, è sterile e reca danno alla collettività. Non si tratta di assecondare sperperi di denaro sull’onda lunga delle speculazioni del Superbonus 
(e di altri bonus, come quello “facciate”, caduti nel dimenticatoio del 110 per cento). 
Nè di voler assecondare le richieste della casta dei costruttori, su cui al contrario grava la responsabilità di imparare come sia possibile fare edilizia in modo diverso, riducendo gli impatti e con processi di industrializzazione. Di fatto, sarebbero loro i primi a doversi rimboccare le maniche.
Credere nella possibilità di creare luoghi urbani e case più efficienti, ma anche più sicure (per esempio, in funzione antisismica), salubri e rigenerative significa mettere tutti i cittadini nella condizione di non subire passivamente i colpi inferti da calamità naturali. Significa ridurre gli impatti sull’ambiente e sul nostro “stare bene”. Significa dare un taglio netto alle spese per la sanità. Si, proprio per quella sanità che costa tanto sui conti pubblici. Perché un edificio sano (correttamente areato, illuminato 
e senza condizioni di inquinamento acustico) è il presupposto per fare prevenzione 
e ridurre lo sviluppo di tante malattie. 

IL VALORE DI UNA RIVISTA: IL CAPITALE UMANO
Nel panorama dell’editoria italiana, Casa Naturale rappresenta una nicchia. Un bimestrale, 
che da vent’anni parla di bioedilizia (ne parlava già anche quando il tema non era di stringente attualità) per un pubblico selezionato di committenti e progettisti, convinti che esista una possibilità diversa di costruire i luoghi del nostro abitare. Una “piccola” voce, ma di valore. Per i temi, che edizione dopo edizione, scorrono sulle nostre pagine. Per il valore, umano e di conoscenza, della nostra squadra. Un team di esperti, tecnici, progettisti, giornalisti, grafici e coordinatori editoriali che lavora nel quotidiano per arrivare, ogni due mesi, in edicola. 

CONOSCERE PER CAMBIARE
«Fuori strada e quasi fuori tempo massimo». Così Antonio Guterres, intervenuto in conferenza stampa alla Cop28, che si è chiusa con un giorno di ritardo, ha lanciato un messaggio forte e deciso, quasi allarmante. L’obiettivo è spingere verso la fine dei combustibili fossili. Sarebbe bello, se fosse realtà. Ma la realtà ci dice qualcosa di diverso e disegna un mondo più complesso e articolato, in cui la teoria non sempre va di pari passo con la prassi. 
Nel nostro raccontarvi la sostenibilità, una sostenibilità a 360 gradi, spesso ci scontriamo con una realtà difficile e quasi per nulla sostenibile. Ma altre volte, al contrario, questa invece di deluderci, ci sorprende. Sebbene il settore delle costruzioni sia tra i più inquinanti e energivori, in ogni sua fase, ci dona idee innovative e penseri audaci per iniziare a cambiare il mondo. Molte sono le azioni virtuose, le immaginazioni potenti. Ci aspettano tra febbraio e marzo due appuntamenti importanti, che testimoniano e raccontano di come l’edilizia debba essere in prima linea nel ridisegnare il futuro. Costruire futuri, questo ci attende a Klimahouse 2024. Una fiera all’insegna dell’ispirazione e dell’innovazione. Un evento che, anche solo dalla sua anteprima, rende evidente che la sostenibilità non passa solo attraverso interventi di efficientamento energetico. È un tutto tondo, che guarda alla salute – umana e del pianeta – nella sua complessità. Così anche a Key, dove l’accento sarà posto sulla transizione energetica e sull’internazionalità.
Si deve ripensare l’ambiente indoor attraverso soluzioni che permettano di abbassare i livelli di stress, attivando un rilassamento profondo. Questo è possibile inserendo nell’ambiente costruito forme biomorfiche e pattern frattali, come spiega Rita Trombin nel secondo appuntamento dedicato al Biophilic design. Perché ciò che possiamo fare è diventare abitanti consapevoli. 

SERVE UN PO' DI LUCE
La violenza che si sta scatenando nel mondo, risvegliando sofferenze passate, porta con sé un dolore sordo che attraversa tutta l’umanità e non può lasciare indifferenti. Nel vasto teatro dell'universo, manca un po’ di luce per tutti, manca uno sguardo profondo che possa andare oltre e proporre nuove soluzioni per dissipare guerre e conflitti, ovvero per cambiare la natura della nostra specie. La luce emerge come protagonista indiscussa, danzando tra le stelle e filtrando attraverso l'oscurità. È un'entità che va ben oltre la sua funzione primaria di dissolvere le tenebre, diventando un simbolo intrinseco di speranza, conoscenza 
e bellezza. La luce è, da sempre, associata a concetti positivi in ogni cultura. 
Il nostro mondo in crisi ha necessità di luce che porti nuove idee per affrontare divisioni e giudizi. In A colloquio, Matteo Meschiari parla di sacrificio, un 
sacrificio che può illuminare il futuro del nostro mondo a partire dai concetti 
di abitare e disabitare. La luce dell’immaginazione è il nostro faro nell’oscurità, 
un baluardo contro la paura e l'ignoto. La scienza ci dice, inoltre, che la luce assume un ruolo fondamentale nella nostra salute mentale e fisica. La luce del sole, in particolare, è un elisir di vita che ci nutre e solletica i nostri orologi biologici. La sua assenza, al contrario, può gettarci nell'ombra dell'apatia e della malinconia. Progettare ambienti costruiti tenendo conto del pattern biofilico della luce può essere un cambio di rotta fondamentale per il nostro abitare, e questo 
ce lo spiega magistralmente Rita Trombin, nella rubrica Biophilic design. 

LA CURA PRIMA DI TUTTO
Costruire un nido, un rifugio. Uno spazio interamente nostro. Avere una casa è un'esigenza primaria. Tra le più primordiali e istintive. Tutto quello che abbiamo creato, ciò che abbiamo progettato e testato, tra cemento, tessuti sintetici e condizionatori (mentre scriviamo ci troviamo ancora oppressi dalla canicola estiva e vediamo lo smodato uso che di questi apparecchi si fa), ci ha portato molto lontano dal modello di abitazione primigenia. 
Ci ha portato anche molto lontano dal contatto con la natura, 
la prima vera casa. Ecco, ci troviamo di fronte a una scelta obbligata: se procurarci un nido è una necessità imprescindibile, oggi non possiamo fare a meno di usare più criterio di quanto abbiamo fatto in passato; di procurarcelo sì, questo nido, ma in maniera più biocompatibile possibile. Con materiali e tecniche che si rifanno al passato, ma applicati con le competenze odierne. Questo è il fil rouge che intreccia le pagine della Cover story che abbiamo scritto: come realizzare una casa che sia circolare in ogni sua parte, rispettosa delle risorse e dell'ambiente. Che sappia, forse in maniera un po' utopistica, quasi evitare la produzione industriale, e, anzi, incoraggiare l'uso di "ciò che si trova sul posto". Dalla terra alla paglia con, al primo posto, il legno. 
A una casa sostenibile, però, non può che corrispondere una casa sana e pura, perché anche questo significa, per una dimora, "essere biocompatibile", compatibile con la vita, anche con la nostra. 
Mentre torniamo alle nostre vite quotidiane, dopo un mese di viaggi e vacanze, dunque, riflettiamo sulla qualità dell'aria indoor, che ci consente di stare bene anche nelle attività più impegnative, che favorisce la nostra salute anche tra le vie delle nostre giornate frettolose. Per riprendere, per tornare, con una cura per tutte le case che abbiamo, la natura, il "rifugio", il nostro corpo.

VACANZE GREEN
L’estate è quella stagione che si trascorre all’aria aperta. Quella stagione in cui gli alberi che circondano le nostre case entrano nelle cucine e nei salotti attraverso le finestre aperte, in cui la natura viene da noi. O in cui siamo noi a cercarla, la natura, più che in altri mesi: programmiamo vacanze in paesaggi marini, montani, rurali che ci consentono di ricaricarci di energia positiva, di praticare sport e attività outdoor e di riprendere il contatto con noi stessi.
L’estate è la stagione in cui il legame con la natura, per chi sa ascoltare, è più saldo che mai. E quelli che sanno ascoltare sono sempre di più. Per loro, e per coloro che ancora devono imparare, il settore del turismo si sta aggiornando rapidamente, a partire dai mesi che hanno seguito il primo lockdown da Covid-19 e ogni anno sempre di più. Nella Cover story di questo numero facciamo il punto sul settore ricettivo per le esperienze che valorizzano il territorio e che ci consentono di proseguire questa ricerca di contatto. Ma non solo. Lasciamo la parola a chi, invece, questo legame lo ha sempre sentito, come Emilio Ambasz, il padre dell’architettura naturale. Ancora, diamo qualche spunto (in Spazio verde) su come creare il nostro paesaggio personale per fare in modo di attirare creature diverse e, in particolare, gli impollinatori in tutte le loro forme, dalla classica ape agli uccelli (e c’è persino una piccola rana). Insomma, cose poetiche e cose curiose, in questo numero. Per accompagnare settimane di caldo, vacanze, viaggi e pausa dalla routine.

OTTIMIZZARE L’INNOVAZIONE
Dall’invenzione del fuoco a oggi la tecnologia ha fatto passi da gigante. Il potere delle fiamme resta a fondamento della nostra società, ma oggi abbiamo elaborato molteplici strategie che ci portano lontano dalla combustione. Da un lato c’è il tema delle risorse naturali che sfruttiamo per ottenere l’energia, che estraiamo dalla terra, che sottraiamo al pianeta, che consumiamo causando quell’impatto che dalla rivoluzione industriale ci ha portati nella fase geologica denominata – per il nostro ruolo ambientale – Antropocene. Dall’altro i costi stessi dell’energia che aumentano, lo sviluppo di dispositivi elettronici e digitali anche per la casa che, nell’insieme, rischiano di diventare sempre più energivori e l’impatto economico della manutenzione che, per sistemi complessi, si fa sempre più impegnativa. Di ciò parliamo in questo numero di Casa Naturale, tra la sezione Energia apertura e la Cover story dedicata alla fiera Klimahouse 2023. 
Se è chiaro che una decrescita è assai difficile e, d’altra parte, la tecnologia è imprescindibile per la qualità della vita dei Paesi sviluppati e per quelli in via di sviluppo, diventa evidente però che abbiamo tutte le competenze per inseguire un’innovazione fatta di risorse semplici, di recupero, sfruttate per le loro caratteristiche intrinseche. Una tecnologia, dunque, non fine a sé stessa, ma pensata per ottimizzare gli elementi che la compongono. Una tecnologia calmierata e sufficiente, che si basa sulla ricerca di nuovi materiali circolari, di nuove risorse realmente rinnovabili e capaci di darci l’autonomia. 

COSTRUIRE PER ESSERE PIÙ FORTI
È successo negli ultimi giorni di lavorazione di questo numero. Alle due di notte, chi dormiva non si è svegliato e chi si è svegliato difficilmente è riuscito a mettersi in salvo. Nella notte del 6 febbraio, la scossa di magnitudo 7,5 ha colpito un’area che interessa Cipro, Turchia, Giordania, Libano, Siria, Iraq, Georgia e Armenia, con epicentro nella provincia di Kahramanmaras, in Turchia. 
In questo numero di Casa Naturale, non parliamo di sisma o sistemi antisismici. Non commentare, però, è impossibile. È impossibile non riflettere sul fatto che, al netto della violenza eccezionale di questa scossa che ben poco avrebbe potuto risparmiare, una modalità costruttiva pensata per resistere e reagire agli eventi estremi è stata e, oggi ancora di più, è necessaria. 
Spostando l’attenzione sull’Italia, quasi un terzo della popolazione vive in zone ad alto rischio sismico. Ma a rispettare la normativa antisismica è meno della metà delle case, da un lato per l’età del parco abitativo – che è stato realizzato in buona parte prima della formulazione delle norme antisismiche – e dall’altro perché l’abuso edilizio è stato, ed è fin troppo diffuso.
Ben vengano, allora, i racconti di una costruzione fatta come si deve, rispettosa del risparmio energetico e della sostenibilità dei materiali, ma anche attenta ai pericoli che sempre di più possono presentarsi. Nei prossimi mesi, molte saranno le occasioni di aggiornamento a partire dalla fiera Klimahouse dove saremo presenti e di cui vi racconteremo nel prossimo numero. Soprattutto sul mondo del legno che, tra tutti i materiali, è il più resiliente anche di fronte 
alla minaccia sismica.

PER NON DIMENTICARE
Le Marche. Ischia. Gli effetti del cambiamento climatico sono evidenti e ci piombano addosso improvvisamente, come una doccia fredda. Ci ricordano che l’impatto della natura sulla nostra vita – sulle singole vite – è reale e concreto. È più forte di quanto immaginiamo. Se i loro effetti sono istantanei, lo sforzo che ci è richiesto per contrastarli è a lungo termine, verso il futuro, e arriva da lontano, nel passato. I giorni a venire di un territorio sono scritti nella sua storia, nelle relazioni che vengono intessute tra tutte le parti che lo compongono, dall’uomo con le sue creazioni all’ambiente con i suoi elementi. Fino al clima, il cui cambiamento è determinato dalla relazione tra queste due parti. 
La resistenza del territorio è dettata dalla capacità – nostra, considerato che siamo la prima forza nel plasmare il pianeta – di non dimenticare quello che è stato prima e come si è raggiunto il dopo, rispetto a una crisi. Questa è la tesi che Piero Pelizzaro ci espone in A colloquio. La sua resistenza è dettata dalla modalità con cui il territorio stesso viene gestito, amministrato, edificato. Di esempi, in questo senso, ne è piena la storia dell’architettura: con la Cover story di questo numero abbiamo cercato di riassumere le sfide dell’oggi e compararle alle soluzioni del passato, per capire dove vogliamo andare tenendo sempre a mente da dove arriviamo. 
Per imparare dai problemi che abbiamo trascurato e dagli errori che abbiamo commesso, così da trovare le strategie giuste per prevedere e affrontare le sfide che il mondo di oggi ci pone. Per saper schivare gli effetti evitare le conseguenze in cui altrimenti rischiamo di incorrere.

SOBRIETÀ
Il chilowattora più green è quello che non consumiamo. Il mobile più sostenibile è quello che recuperiamo. La casa più rispettosa è quella che ristrutturiamo. In una società in cui i consumatori sono sempre di più, la richiesta sale in maniera esponenziale. E così la produzione che, per tenere il ritmo della domanda, e per garantire un ventaglio di offerte che sia il più ricco possibile, spesso sfocia nella sovrapproduzione, con sprechi e scarti superflui. Questo paradigma, tuttavia, non trova più terreno fertile, grazie alla sensibilizzazione e alla cultura che si sta facendo rispetto alla responsabilità che abbiamo verso il Pianeta, ma anche a causa degli avvenimenti internazionali di questi ultimi mesi, che ci hanno fatto comprendere – vivendone indirettamente le conseguenze – che non ci sono più alternative: i consumi devono essere ridotti. I materiali devono essere valorizzati, le filiere devono accorciarsi e l’energia deve essere prodotta con tecnologie dal minore impatto possibile. In questo numero di 
Casa Naturale, raccontiamo l’amore per la materia prima di un architetto come Benedetta Tagliabue, analizziamo le essenze del legno e il loro mercato, e facciamo una rassegna, nella Cover story, delle fonti energetiche rinnovabili. Fonti green, ma che per essere davvero sostenibili devono essere sfruttate in maniera consapevole. 
E all’insegna della sobrietà energetica.

INVERTIRE LA ROTTA 
Un periodo storico di transizione. Fatto di cambiamenti e di rivalutazione dei processi, siano questi produttivi, di analisi o di commercio. Le ultime settimane, complesse per politica, sanità e non solo, sono approdate in fretta a una problematica che tocca tutti: la siccità. Lo vediamo nei fiumi prosciugati, nei campi coltivati riarsi, nei rischi di razionamento delle acque. Di fronte a tutti questi fattori, tuttavia, abbiamo la facoltà di scegliere un’inversione di rotta. Di agire attivamente per una rigenerazione ambientale, come ci incoraggia a fare Philippe Cousteau in A colloquio. Di tornare a sperimentare le materie più antiche e semplici, come Klimahouse insegna e abbiamo raccontato nella Cover story. E soprattutto di differenziare le fonti, senza pesare in maniera eccessiva su un bacino particolare, ma scegliendo di puntare su risorse differenti per energia, alimentazione e tutti i beni di prima necessità. Per questo i prossimi mesi saranno cruciali nel ripensamento delle filiere, dal tema del grano a quello dell’approvvigionamento energetico. Quello che, però, resta un punto fondamentale, è che la cooperazione resti alta e che ogni comunità si impegni a sostenere chi non ha le risorse: se è fondamentale avere filiere sempre più compatte e forti, chiudersi nell’isolazionismo non è la soluzione. Poiché siamo un frammento all’interno di un panorama più vasto ed esistono temi che dovremo affrontare insieme, primo fra tutti, il clima. Con questo numero intendiamo offrire spunti di riflessione che non siano solo pratici e funzionali, ma che offrano una prospettiva il più possibile ampia e proveniente anche da approcci professionali differenti.

QUESTIONE DI FIDUCIA
Commentare questo numero di Casa Naturale significa - necessariamente - fare i conti con la situazione contemporanea, 
a livello politico ed economico. Dopo la pandemia, la guerra. 
Lo scenario è in rapida evoluzione e per chi, come noi, da anni ha scommesso sulla responsabilità ambientale come valore per informare eticamente i lettori, l'orizzonte si presenta con molti chiaro-scuri. Da una parte, i prezzi alle stelle dei materiali, così come la necessità di riattivare sul breve periodo fonti energetiche fossili alternative al gas ci fa temere una involuzione ecologica. Dall'altra parte, però, sul lungo periodo, la spinta verso l'indipendenza dal metano russo imprimerà forse un'accelerazione all'impiego delle rinnovabili, con la conseguenza che migliorerà anche la ricerca applicata. è a questo traguardo che vogliamo guardare con fiducia. Per questo, nel numero che state per sfogliare, parliamo di moduli abitativi autonomi e autosufficienti (come in Avanguardie); di sostituzione e riciclo della plastica (nella Cover Story); di città del futuro (l'intervista di A Colloquio ci porta a riflettere su nuove modalità di concepire gli insediamenti abitativi). Cerchiamo di riflettere sulle energie e mettiamo l'accento sull'importanza di considerare ogni prodotto per l'impatto reale che ha sull'ambiente nel suo intero ciclo di vita. Con queste analisi, speriamo di sollevare spunti di riflessioni e curiosità. Convinti della strada che, ormai più di 15 anni fa, abbiamo intrapreso.

UOMO-TERRA
Aumento di CO2, da un lato. Eventi meteorologici e geologici estremi, dall’altro. La Terra sta cambiando, plasmata da un’era come quella dell’Antropocene, in cui l’uomo diventa quasi una forza ambientale, un elemento dall’impatto tanto grande da diventare il primo motore di trasformazione. Lo vediamo tutti i giorni, con le temperature elevate dell’inverno che si è appena concluso e con le piogge, rare o troppo intense. 
Su un pianeta che ci chiede di escogitare nuove strategie di condotta, l’architettura ricopre un ruolo di primo piano. Il settore delle costruzioni è responsabile del 40% delle emissioni globali di CO2 e richiede un uso di risorse e di suolo spropositato. Immaginare una nuova edilizia in rapporto con la Terra e la sua geologia –
come raccontiamo nella Cover story – e che si basi primariamente sulla filiera del legno – come hanno raccontato gli esperti coinvolti nel Waiting for Klimahouse Wood Summit 2022 che abbiamo organizzato con la fiera di Bolzano e che riproponiamo nel Focus Legno – potrebbe consentirci di scardinare un paradigma che ormai non è più attuale e che danneggia noi e tutti gli esseri viventi che lo abitano. Per sviluppare spazi, routine, filosofie e, persino, culture intere, in cui gli alberi e tutte le piante abbiano un posto di primo piano. Insieme e in armonia con l’uomo, perché la salute degli ecosistemi e della loro biodiversità e la nostra sono un’unica cosa.

TRANSIZIONE REALE
Quanto occorre cambiare l’intero paradigma su cui la nostra vita si basa per disegnare un mondo più sano? Sappiamo che la transizione verso un sistema più rispettoso e sostenibile è inevitabile. Al di là delle discussioni sulle modalità con cui questo processo viene messo in pratica nelle diverse parti del mondo, è lecito chiedersi quanto il passaggio verso le energie rinnovabili e le altre tecnologie utili possa modificare il nostro modo stesso di concepire la casa, l’alimentazione, la possibilità di viaggiare e tutti gli altri aspetti della quotidianità. Certo non possiamo ridurci a vivere in maniera non confortevole per essere più sostenibili. È proprio la nostra idea di comfort che deve cambiare. E deve evolversi grazie al contributo delle nuove tecnologie, avvicinando le necessità del pianeta alle nostre e viceversa. Perché quello che è sano per la Terra lo è anche per noi. Lo raccontano gli esperti che Casa Naturale ha intervistato nella Cover story per dare un’idea del ventaglio di possibilità per decarbonizzare che abbiamo, e anche gli enti filantropici, come quello coinvolto in A colloquio, che in queste possibilità credono.
Allo stesso tempo, però, dobbiamo chiederci qual è il costo ambientale di alcuni cambiamenti – come abbiamo fatto in Contronatura, dove abbiamo tentato una critica a una di queste tecnologie per valutarne i pro e i contro –, e quali sono le circostanze in cui questi interventi possono rappresentare solo una strategia di facciata. Una transizione efficace va fatta bene.
Le risorse che abbiamo sono poche e non possiamo permetterci di sprecarle. Né di investirle male. Occorre, quindi, fare un punto su cosa si può fare e cosa rischia di trasformarsi in una lotta contro i mulini a vento. Per raggiungere il migliore dei risultati nel minor tempo possibile.

LA SCIENZA PER LA VITA
Scomporre la realtà in tutte le sue parti. In cellule, particelle, molecole, atomi ed elettroni. Questo fa la scienza, lo strumento che abbiamo per capire il mondo che ci circonda. E questo fa sempre di più l’architettura, che si ispira alle forme della vita, come mostrano i libri che abbiamo letto e che vi proponiamo nelle Ecoletture e come racconta Mirko Taglietti, ideatore del progetto Biosphera, tra le pagine della Cover story. 
La scienza detiene le chiavi del nostro stesso stile di vita, ci fornisce la tecnologia per creare un pannello isolante o una stufa e ci consente di interagire con la natura. È ciò che ci protegge, fornendoci i dati e le informazioni per mettere a punto sistemi che eliminano gli inquinanti e che prevengono la diffusione di malattie e disturbi. Dalla biologia alla fisica, fino all’ingegneria, è ciò che potrà garantirci un futuro sicuro, tentando di contrastare le conseguenze sempre più gravi del cambiamento climatico ed elaborando impianti adatti a produrre cibo buono, sano e disponibile per il numero di abitanti del Pianeta che cresce sempre di più. 
Tutto ciò che dobbiamo fare è ascoltarla.

PICCOLE AZIONI, GRANDI RESPONSABILITÀ
Una nuova normalità. Con modalità di condivisione innovative, fatte di maggiore flessibilità, funzionalità e rispetto reciproco. In questi mesi, con la positività e l’energia che l’estate porta con sé, stiamo tentando di ricostruire il puzzle delle nostre vite, a livello individuale come a livello politico. Rimettiamo insieme i pezzettini di una quotidianità collettiva che, per come la ricordiamo, è andata perduta, ma che può traghettarci verso una società più salubre e naturale. I provvedimenti governativi e le strategie di collaborazione internazionale sono pensati per rendere più vivibile e snello il mondo che ci circonda. Ma sono le piccole azioni di ognuno che possono davvero cambiare il modo in cui percepiamo le nostre vite, dallo spazio in cui abitiamo a quello in cui passeggiamo e che condividiamo. Dal cibo che assumiamo a ciò che acquistiamo. In questo numero di Casa Naturale, raccontiamo come si può ristrutturare una casa per renderla più salubre con soluzioni dal minor impatto possibile. Seguiamo il dibattito legato ai processi di inverdimento delle città per accrescere il benessere di tutti. Scomponiamo – nella Cover story – la casa e lo spazio chiuso del futuro, per una vicinanza e una collaborazione più stimolanti e più sicure. E ci documentiamo – in A colloquio – su come imparare a proteggerci dagli eventi ambientali violenti che si fanno sempre più frequenti.

UN TUTT'UNO ARMONICO
Un sistema capace di autorigenerarsi. Quando il rumore cala e il ritmo rallenta, la Terra ritrova la sua armonia. Dal più piccolo insetto al mammifero più grande, da un filo d’erba a un albero secolare: tutto riprende il suo posto tra gli elementi naturali, in una convivenza virtuosa. A condizione, però, che anche noi umani, parte integrante di un ecosistema più grande, siamo in grado di trovare un equilibrio tra le necessità che abbiamo e le leggi del pianeta. 
Ce lo spiega, a partire dalla vastità dell’oceano, Mariasole Bianco, la biologa marina che abbiamo intervistato in A colloquio. Ne è convinto anche Mario Cucinella, a cui abbiamo chiesto – per la Cover story sulle case in legno – quale sarà il modello dell’abitare futuro.
A ogni stimolo una risposta, dunque, che non sempre si rivela positiva – per lo meno dal nostro punto di vista. Questo è quello che succede intorno alla plastica che galleggia nell’acqua, su cui proliferano micro organismi e batteri fino a creare un nuovo ecosistema, potenzialmente pericoloso: la plastisfera, di cui parliamo in Contronatura. 
O che accade quando sovra-sfruttiamo un terreno per la produzione del cibo di cui ci alimentiamo, come raccontiamo in Ethic food.
Insomma, la vita è fatta di equilibri. Così deve essere anche la casa, in cui vecchio e nuovo si contaminano in una valorizzazione reciproca. 
E che, calata in una comunità a misura d’uomo, deve sapersi modellare sulle esigenze che
mutano e riuscire a rispondere alle condizioni climatiche in trasformazione.

TORNARE ALLE ORIGINI
Ritrovare il contatto. Con la terra. Con la natura. Con noi stessi. Ne sentiamo il bisogno, e questo numero di Casa Naturale indaga i molti modi con cui possiamo farlo. Mese dopo mese, cresce la consapevolezza collettiva di come alla base della situazione di incertezza pandemica che stiamo vivendo ci sia la scarsa cura che è stata posta dalla società contemporanea per l’ambiente. A fronte di questo scenario, è  ora di correre ai ripari, di cambiare radicalmente il modo in cui impostiamo le nostre attività del quotidiano così come i luoghi in cui trascorriamo il tempo. A partire dagli spazi adibiti a ufficio, che – come ci spiega il famoso architetto Kengo Kuma in A colloquio – devono essere progettati d’ora in avanti a misura d’uomo. Il ciclo di vita di ogni abitante dovrebbe essere quello di un costante confronto con la natura: per questo, anche in città, è bene avere uno spazio per distrarsi e coltivare quella “genuinità” di cui sentiamo la mancanza: immergere le mani nella terra, godere del profumo della lavanda e del sapore di un lampone, in giardino come sul terrazzo, come ci spiega la Cover story. Fino alle conseguenze estreme del vivere “dentro” la terra. Una situazione forse limite (o forse uno spunto di futuro) verso cui ci “trasporta” in un viaggio virtuale il progetto di copertina di questo numero. Siamo in Grecia. Una villa con ogni comfort è nata nel ventre del paesaggio. Totalmente ipogea. Protetta da Madre Natura.

LA COSCIENZA DELLA QUALITÀ
Essenza, non solo immagine. Sostanza, non solo forma. Qualità, non quantità. Sono alcune fra le parole chiave che potrebbero essere isolate leggendo i contenuti di questo numero di Casa Naturale. L’esigenza di ripensare in chiave post-pandemica la nostra esistenza (e quella dei luoghi in cui trascorriamo la vita) ci conduce, oggi, a riflettere sui valori essenziali dell’architettura e della struttura dei nostri centri abitati. Non basta più, semplicemente, aggiungere “una spolverata” green di facciata per sentirsi in linea con gli obiettivi internazionali di riduzione delle emissioni, circolarità e uso di fonti di energia e materiali rinnovabili. Per raggiungere un vero traguardo nella lotta al cambiamento climatico l’edilizia deve mutare faccia nel profondo e così devono fare le nostre città. Il verde non può essere inserito senza una programmazione, ma va pianificato con una coscienza collettiva (come ci insegna l’intervista di A colloquio). La casa deve abbandonare il superfluo per sposare un stile davvero biofilo, fondato sul rispetto della disposizione delle funzioni nello spazio e su una nuova alleanza fra ambiente indoor e outdoor. Le stesse aziende o i progettisti che propongono soluzioni sostenibili non possono fare a meno di trasferire i prodotti e le idee nelle sedi corporate o negli uffici dove lavorano (come raccontiamo nella Cover story). Con un doppio obiettivo. Quello della coerenza rispetto a ciò che offrono al mercato. Oltre a quello didattico, di far toccare con mano al cliente le infinite possibilità e soluzioni presenti per abitazioni o fabbricati sani e in linea con la natura. 

SANO EQUILIBRIO
Ritrovare una stabilità. Dentro e fuori. L’anno appena conclusosi ha inferto una profonda ferita nella nostra storia. Ha tracciato un solco nelle nostre relazioni, nel nostro lavoro. Ha cambiato la nostra quotidianità in ogni suo aspetto, tanto da modificare la percezione che abbiamo della normalità. Quanto durerà questa situazione non ci è dato sapere, ma ciò che possiamo fare, nel frattempo, è ripartire da noi stessi, dall’equilibrio con il nostro corpo e con il nostro rifugio. Portare nuova attenzione alla casa e al mondo che ci circonda. Come raccontiamo nella Cover Story dedicata alla psicologia del benessere, possiamo cogliere questa occasione per trovare un nuovo rapporto con la crisalide benefica della casa in cui ci rintaniamo e per rintracciare quell’equilibrio, con noi stessi e con l’ambiente, che negli ultimi mesi abbiamo perduto. Insieme, possiamo lavorare per dare alla nostra abitazione una sempre maggiore stabilità, grazie agli incentivi del Superbonus che spieghiamo nell’approfondimento dell’Energia Apertura e nello spazio dedicato alle Letture. O, ancora, possiamo lasciarci affascinare dalle storie di chi ha deciso di mettere un punto al passato e tornare a nutrirsi della linfa degli alberi con un trasloco nel verde – come racconta Karen Rosenkranz in A colloquio. Quale sia l’alternativa da scegliere per rendere migliore la vita è a discrezione di ognuno di noi. Solo una resta la necessità irrinunciabile: sentire un po’ di più, percepire quando la stabilità manca e quando gli stimoli esterni ci avvolgono.

REAGIRE INSIEME
Non più solo sostenibilità. Ma resilienza. E sinergia. Se c’è una cosa che abbiamo imparato da questi ultimi mesi è che dobbiamo guardare il mondo 
nel suo insieme. Ogni elemento non esiste per se stesso, ma fa parte di un (eco)sistema più grande. Così, ogni albero va osservato come parte di un bosco più complesso, come spiega a Casa Naturale Andrea Argnani di AIEL in Contronatura. Un edificio deve essere progettato per inserirsi in un contesto in cui tutte le strutture sono interconnesse e occorre lavorare per migliorare sempre di più questo legame, come fa Piero Pellizzaro, che abbiamo intervistato in A colloquio. E una casa sull’albero 
si trasforma e segue la struttura della pianta che 
la ospita, da cui impara a reagire agli stimoli in maniera corretta, come vi raccontiamo nella Cover. Se si collabora e ci si muove in maniera organica e sinergica, è possibile raggiungere una resilienza tale da ricostruire ciò che viene distrutto, da elaborare strategie per crescere sempre al meglio, da trovare la strada giusta anche quando sembra bloccata. Questo è l’insegnamento migliore che possiamo trarre dalla natura, che è sempre in grado di ricrearsi adattandosi al cambiamento dello stato delle cose.

LA VITA DENTRO E FUORI
Sono molti i bonus messi a disposizione dallo Stato, al di là del nuovo Decreto Rilancio che, con il Superbonus al 110%, ha tanto fatto parlare di sé. Cittadini e imprese possono beneficiare di importanti detrazioni per le ristrutturazioni, per la creazione di comunità energetiche – come vi raccontiamo nell’apertura della sezione Energia – e anche per la riqualificazione delle facciate. A questo ultimo tema abbiamo dedicato la cover story, perché, si sa, “l’abito non fa il monaco”, ma forse, ogni tanto, occorre ripeterlo. 
Non solo estetica, quindi, ma una vera pelle protettiva, 
in grado di agire in maniera attiva nella salubrità dello spazio esterno come di quello interno; una barriera che filtra ciò che può accedere alla casa e cosa, invece, deve rimanere fuori. La qualità della superficie esterna dell’edificio consente di creare uno spazio benefico e confortevole 
tra le mura domestiche, a patto che si siano già risolte le questioni primarie come la presenza eventuale di ponti termici e umidità o il consolidamento antisismico. 
Così che l’abitazione non risulti nociva per la salute e, anzi, garantisca un ambiente favorevole alla vita, come spiega il Dottor Maurizio Grandi in "a colloquio".
Con l’emergenza Covid-19, infatti, siamo stati costretti 
a passare molto più tempo in casa e abbiamo avuto occasione di soppesare il tempo e il modo in cui ne abitiamo gli ambienti: perché questi siano più vivibili e ci assicurino un futuro positivo, dobbiamo imparare a pensarli imitando sempre di più la natura.

QUESTIONE MATERIALE
Costruire con materiali naturali, che rispondono al bisogno primario dell'uomo di essere circondati da un ambiente conosciuto in modo ancestrale. Questo è il compito della bioarchitettura, una modalità di realizzare edifici che sta conquistando sempre maggiore attenzione, anche a seguito della fragilità dimostrata dalla casa durante il periodo di pandemia. In questo numero della rivista, ci concentriamo molto sul tema dei materiali: dal legno alla canapa fino alle superfici traspiranti di rivestimento. Soluzioni per abitazioni monofamiliari, ma anche per condomini (persino, come nell'esempio delle Torri di Milano, per un retrofit di un palazzo di edilizia popolare). I materiali naturali possono intervenire, per migliorare diversi aspetti di un fabbricato, incidendo molto sul comfort interno. Il principio su cui abbiamo voluto mettere l'accento, però, a partire dalla Cover Story che parla di costruzioni in legno, è che qualsiasi sia la materia prima che utilizziamo, questa non va mai snaturata. Ogni componente deve essere usato nel modo giusto e per il progetto giusto. Solo così è possibile ottenere un risultato davvero sostenibile.

OSSERVARE PER MIGLIORARE
Durante la lavorazione di questo numero di Casa Naturale il mondo della casa è cambiato. Scandite dal ritmo dell'hashtag #iorestoacasa sono bastate poche settimane per rivoluzionare il modo in cui percepiamo l'ambiente costruito. Come è accaduto a noi, anche voi - che siete i nostri lettori - avrete iniziato a osservare la vostra abitazione con occhi diversi. Notandone pregi e difetti. Questo stesso sguardo sarà quello che, almeno per l'anno a venire, accompagnerà lo sviluppo del settore immobiliare, come ci spiega Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari nell'intervista che ospitiamo in "A colloquio". I termini della nuova edilizia sono salubrità, luminosità, progettazione degli spazi. Temi che ritroverete nel focus della "Cover story" così come in servizi che parlano di dispositivi per pulire l'aria indoor, per ridurre il rumore e aumentare il comfort termoigrometrico con un riscaldamento a pannelli radianti che ci irraggia dall'alto, come il sole.

VIVERE SANI
Dopo aver percorso e ripercorso - in quattro giorni di intenso lavoro - i padiglioni di Klimahouse, prima fiera italiana dell'anno dedicata all'edilizia, la sensazione con cui siamo tornati in redazione è che il mercato delle costruzioni 
(anche per rigenerare la propria offerta) stia puntando su un nuovo concetto di sostenibilità. Non è più questione 
di tagliare i consumi in bolletta: molti edifici sono ancora energivori in Italia, ma sull'orizzonte si delina una sfida ancora più elevata. La salubrità. Per questo, a partire dalla cover, come in diverse rubriche di questa edizione di Casa Naturale abbiamo cercato di raccogliere spunti per orientare una scelta consapevole. Siamo andati a vedere come alcune case di produzione scelgono il legno per i mobili, abbiamo chiesto consigli su quali piante inserire in appartamento, abbiamo visitato di persona una delle abitazioni realizzate con il certificato CasaClima A per toccare con mano il concetto di comfort. Che passa anche da una progettazione degli spazi a misura di privacy. Consapevoli di un traguardo nuovo, che oltre a rilanciare un comparto, investe sulla salute dell'uomo.

TUTTO INTORNO ALL'UOMO
Immaginare, disegnare, progettare e realizzare non sono solo i verbi dell’abitare. Sono atti ambientali e umani, che assicurano il comfort della persona, il rispetto dell’ambiente e il benessere del corpo e della mente.
L’architettura e il design del 2020 non significano più 
“semplice” estetica e funzionalità. Giorno dopo giorno, si fanno più consapevoli e attingono nuova linfa dalle scienze - ce lo racconta Davide Ruzzon, architetto e responsabile scientifico di TUNED, che abbiamo intervistato nella cover -,  si rinnovano con la tecnologia e prendono ispirazione dalle tradizioni antiche e locali - come si vede nei progetti che abbiamo scelto per questo numero. Ripensano alle abitudini dell’uomo e all’utilizzo che questo può fare di 
un prodotto come di un edificio. Cercano di immaginare 
il ciclo di vita e di riuso di ogni elemento, per far sì che né materiali, né energie vadano sprecati.
Disegni e progetti prendono l’uomo e lo mettono al centro del loro sviluppo, per ritrovare un contatto con il corpo e con la natura, vero modello a cui rifarsi. Così da intraprendere il percorso di trasformazione che può ribaltare - come dice Michael Braungart – da negativo a positivo l’impatto delle attività umane sull’ambiente.

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Costruire, arredare e vivere ecologico. Casa Naturale informa i lettori sulle buone pratiche ecosostenibili negli ambienti domestici e nella vita quotidiana, che servono a ridurre l’impatto ambientale delle più comuni attività, tramite la riduzione dei consumi energetici in casa, l’utilizzo di arredi riciclati e il corretto smaltimento dei rifiuti. La rivista, con le sezioni Arredare, Costruire e Abitare, identifica la casa come il punto di partenza da cui poter attivare comportamenti responsabili basati sul risparmio energetico, l’utilizzo di materiali ecosostenibili e di fonti rinnovabili, per favorire il rispetto dell’ambiente. Casa Naturale arricchisce la sua linea editoriale con rubriche specifiche, dedicate ai nuovi materiali edili ecosostenibili, alle aziende eticamente responsabili, al riciclo e alla bioarchitettura, attraverso la valutazione di progetti innovativi e i consigli degli architetti alle richieste dei lettori.

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er verdens største og raskest voksende, selvbetjente digitale aviskiosk på tvers av plattformer med over 87 millioner brukere siden oppstarten i 2011 og tusenvis av magasiner og aviser på tvers av 40+ kategorier og 60+ språk. Med hovedkontor i New York, har Magzter sin lokale tilstedeværelse i Amsterdam, London, Mexico City, Chennai, Mumbai, New Delhi, Bengaluru, Singapore, og vil snart utvide til andre land. Magzter ble grunnlagt av de globale gründerne Girish Ramdas og Vijay Radhakrishnan i juni 2011, og gjør det mulig for magasin- og avisutgivere over hele verden å lage og levere digitale utgaver av titlene deres til globale forbrukere.

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Casa Naturale - Novembre/Dicembre 2022

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